La lista delle aziende in crisi (o fallite) per il Covid. L’emergenza sanitaria e la crisi economica hanno avuto un impatto critico sul mondo del lavoro.
Il Covid ha messo in ginocchio l’economia mondiale e la conferma arriva dalle tante aziende in crisi (o fallite) negli ultimi mesi. E parliamo di colossi a livello mondiale che non hanno retto l’urto della crisi economica.
Le aziende in crisi (o fallite) per il Covid
Purtroppo siamo di fronte ad una lista drammaticamente lunga. basti pensare che ogni aziende impiega forza lavoro, ossia ha dei dipendenti, costretti a fare i conti con la chiusura dei battenti dell’azienda o dei tagli alle spese per far fronte all’emergenza.
Rifle
Uno degli ultimi casi a fare notizia è quello di Rifle, azienda italiana leader nella produzione di jeans. La società era in difficoltà da prima dell’emergenza sanitaria, poi il Coronavirus ha dato il colpo di grazia causandone il fallimento.
Brooks Brothers
Cambiamo settore e ci spostiamo negli States, dove Brooks Brothers ha presentato il Chapter 11, una sorta di amministrazione straordinaria.
Zara
Zara tiene botta in qualche modo ma ha proceduto con la chiusura di 1.200 negozi tra l’Europa e l’Asia. Il noto marchio, analizzando l’andamento del mercato ha deciso di puntare sulla digitalizzazione e gli store online.
Levi’s
Non solo Rifle. Anche Levi’s sta vivendo un periodo difficile che ha spinto i vertici a tagliare 700 dipendenti.
Cirque du Soleil
Una delle prime grandi realtà a livello internazionale a risentire dell’emergenza coronavirus è stato il Cirque du Soleil, in difficoltà già prima della pandemia e affossato dal lockdown che ha portato alla cancellazione di diversi spettacoli in programma.
H&M
Non vive tempi migliori H&M, che ha fatto registrare un crollo del fatturato e ha deciso di puntare sull’online.
Hertz
Il lockdown e in generale l’emergenza coronavirus ha portato ad un blocco degli spostamenti che ha portato la Hertz Global Holding a chiedere il Chapter 11 per USA e Canada.
Il coronavirus e la crisi economica
La lista, in continuo aggiornamento, offre una panoramica solo parziale. Non tiene conto infatti di altre realtà internazionali in difficoltà e non tiene conto delle piccole realtà che sono state costrette a chiudere i battenti o a licenziare dipendenti per sopravvivere.